"Lei sa cos’è il blocco dello scrittore?
Sono venuto qui perché non riesco più a scrivere."
– Alain Elkann, dal libro “Hotel Locarno” (2011)
Dal 1925, l’Hotel Locarno si erge come emblema di storia e creatività, un luogo in cui il tempo sembra essersi fermato per custodire la sua magia. Nato dalla visione illuminata di imprenditori svizzeri, l’hotel ha attraversato momenti epocali, incluso il drammatico periodo della Seconda Guerra Mondiale, quando le sue stanze furono occupate prima dalle forze naziste e poi dai soldati americani.
Eppure, come una fenice, l’Hotel Locarno ha saputo rinascere e fiorire, diventando un punto di riferimento per attori di Hollywood, registi italiani e artisti di tutto il mondo. La sua eleganza senza tempo continua a ispirare, evocando il fascino del manifesto originale del 1925, creato da Anselmo Ballester. Questo capolavoro, che ancora oggi troneggia sulle sue pareti, celebra l’indissolubile legame dell’hotel con il mondo del cinema e l’arte, un tributo alla sua eredità leggendaria e al suo spirito eterno.
Negli anni ‘60, Maria Teresa Celli, donna audace e visionaria, si innamorò del fascino decadente di un mezzo piano in vendita. Con determinazione e gusto raffinato, acquistò pezzo dopo pezzo l’intero edificio, trasformandolo nell’iconico Hotel Locarno.
Un tempo base nazista e poi avamposto alleato, l’hotel giaceva in abbandono. Maria Teresa ne risvegliò l’anima, restituendogli il fascino degli anni Venti e trasformandolo in un luogo capace di accogliere e ispirare attraverso le epoche. Sotto la sua guida, Hotel Locarno divenne un santuario della creatività, amato da menti straordinarie come Fellini, Morante e Kerouac.
Ancora oggi, il suo spirito pervade ogni angolo di questo luogo dove passato e presente si fondono in una poesia eterna, pronta ad ispirare chiunque varchi la sua soglia.
"Mia madre era una visionaria, una donna dal gusto impeccabile che vedeva potenziale dove altri vedevano l’ordinario, plasmando eleganza senza tempo in ogni passo."
– Caterina Valente, proprietaria dell’Hotel Locarno
Cresciuta tra le mura intrise di storia, Caterina ha ereditato dalla madre la passione per l’arte, il design e il senso della raffinatezza. Oggi, con carisma e visione, custodisce l’Hotel, preservando il fascino di questo rifugio dove individualità e creatività si intrecciano armoniosamente.
Per lei, Hotel Locarno è uno scrigno di storie, un luogo in cui l’arte si rinnova e i ricordi trovano casa.
Con passione e sensibilità, continua a farne un faro di arte, eleganza e ispirazione.
A pochi passi da Piazza del Popolo, Hotel Locarno è da sempre una fonte di ispirazione artistica. All’esterno, la vibrante energia della Città Eterna si fonde con il fascino storico dell’edificio; all’interno, gli ambienti Liberty accolgono da generazioni artisti e pensatori in un’atmosfera unica.
Negli anni ’60, nel cuore della Dolce Vita, l’hotel divenne il salotto dell’élite letteraria e il rifugio di star di Hollywood. Federico Fellini vi trovò ispirazione, così come Wes Anderson, che concepì qui la sua visione per Grand Budapest Hotel. Orson Welles, Isabella Rossellini, Marcello Mastroianni, Willem Dafoe e John Malkovich sono solo altri celebri nomi che hanno contribuito a rendere il Locarno una musa eterna e un’icona di eleganza e creatività.
“For me the Locarno is my ‘home away from home’, as they say in America.”
– Isabella Rossellini, come citato in un’intervista con Glenn Belverio, A Shaded View on Fashion (2014)
Hotel Locarno è un capitolo vibrante della cultura romana. Qui hanno preso forma storie straordinarie, dal tributo letterario di Alain Elkann al film di Bernard Weber, fino a diventare un palcoscenico di incontri e performance che riecheggiano ancora nell’aria.
Ogni dettaglio racconta ispirazioni nate e vite intrecciate. Artisti, scrittori, viaggiatori: le loro tracce persistono, alimentando l’anima di un luogo che si rinnova senza perdere il suo splendore.
Oggi, Hotel Locarno è un laboratorio creativo, un’opera d’arte in evoluzione, un’icona per chi cerca ispirazione nella bellezza immortale di Roma.
“For me the Hotel Locarno is and will always be my Steinway grand piano. It will never get out of tune in spite of several ‘sonatas and fugues’ with many artists who stayed here, with whom I had great complicity.”
– Pio Monti, come citato in un’intervista con Glenn Belverio, A Shaded View on Fashion (2014)